Blue Prosody

Performance sonora per conductor umano e performer vocal AI

Ecologia Profonda
Chiesa di Santa Maria del Gonfalone, Fano, Apr 2025

La performance blue prosody si articola attraverso un confronto in linguaggio naturale tra umano e macchina. Viene disvelato il processo creativo e collaborativo che normalmente un conduttore, o direttore, svolge insieme al performer nella preparazione dell’esecuzione.

Questo momento rappresenta un nodo fondamentale per la riuscita dell’opera finale ed è il momento nel quale è fondamentale che i due personaggi coinvolti diano il meglio di se, rapportandosi non solo attraverso il proprio livello tecnico ma anche e sopratutto tramite l’empatia, l’eloquenza, la proprietà di linguaggio e di comunicazione non verbale, nel tono e nei modi. Spiegarsi attraverso le giuste parole, evocare le giuste figure retoriche è fondamentale per trasmettere dei pacchetti informativi che valgano più della somma delle parole sole.

In questo caso viene messa in discussione la collaborazione tradizionale tra uomo e uomo e presa in esame quella tra uomo e macchina. È possibile pensare un mondo nel quale torna ad essere il linguaggio il metodo tramite il quale si impartiscono idee musicali? Perfino: è un miglioramento o un peggioramento? Utilizzare una intelligenza artificiale dotata di un modello generativo di linguaggio e un motore di sintesi vocale in grado di farla funzionare in maniera dialogica è una buona occasione per sbloccare un altra voce? Una voce che dispone virtualmente di una molteplicità di coscienze e culture fuori dalla portata di una singola persona, in grado di sintetizzare un suono uguale alla voce, di intonarne una inflessione ma che ha la possibilità estesa del suono elettronico, ovvero la possibilità di generare potenzialmente qualsiasi frequenza, in qualsiasi raggruppamento che imiti la natura ma che la superi anche.

Nella performance la mia natura di uomo post digitale mi porta a cercare il punto di rottura della tecnologia che ho a disposizione per fare questo esempio oggi. L’esposizione del rapporto fittizio e costruito che i paroloni utilizzati dalla macchina per impressionare la mia empatia cercano di esprimere. In questa ricerca tuttavia l’inganno, la magia della macchina parlante, ha già funzionato, perchè rido, scherzo, intono, incoraggio, incalzo.

Blue Prosody

Sound performance for human conductor and AI vocal performer

Ecologia Profonda
Chiesa di Santa Maria del Gonfalone, Fano, Apr 2025

The performance Blue Prosody is articulated throughout a debate performed in real time and in natural language between a human and a machine. The creative and collaborative process that usually runs during the rehearsal of an opera through the conductor, or director, and the performer get’s unveiled, and becomes the opera itself.

This very moment represents a critical node in determining the success of the final work, and it is crucial that the two characters involved give their best, relating not only through their technical level but also and especially through empathy, eloquence, ownership of language and nonverbal communication in tone and manner.

In this case the traditional collaboration between humans is set aside to highlight that between humanity and machines. Is it possible to think of a world in which language becomes the method by which musical ideas are imparted again? Even: is it an improvement or a deterioration? Is using an artificial intelligence with a generative model of language and a speech synthesis engine that can make it work dialogically a good an opportunity to unlock un’altra voce? A voice that embodies many consciousnesses and cultures beyond the reach of a single person. Capable of matching and extending vocal sound through his electronic sound nature — imitating reality while surpassing it by generating any frequency in any combination.

In the performance, my nature as a post-digital human drives me to push the technology I have to its breaking point, using it to create today’s example. I expose the artificial and constructed relationship behind the grand words the machine uses to stir my empathy. Yet in this process, the deception — the magic of the talking machine — has already succeeded, because I laugh, I joke, I sing, I encourage, and I press on.

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ph: Michele Virgili